sabato 31 marzo 2012

L'industria nel Regno delle Due Sicilie


Nell'Esposizione Internazionale di Parigi del 1856, il Regno delle Due Sicilie ricevette il Premio come terzo Paese industrializzatodel mondo, dopo l'Inghilterra e la Francia. Un Paese ancoraessenzialmente agricolo, che ben presto sotto il Regno di Ferdinando II si ha una notevole crescita industriale, moderna ed autonoma, atta a liberarsi da ogni dipendenza straniera, dovuta alla mancanza di materie prime.
I principali settori industriali erano: cantieristica navale, tessile, estrattiva.  
In Calabria, tra le regioni più ricche e industrializzate del regno, sorse il complesso siderurgico della Mongiana, nel cuore dell'aspra montagna calabra, sorto per la presenza nelle vicinanze di ricche miniere di ferro, era il sito con la maggiore produzione di ghisa e semilavorati in Italia, e vi lavoravano 1500 operai. Nel 1761 a Torre Annunziata, venne aperta la Real Fabbrica d'Armi per la produzione di fucili. L'officina di Pietrarsasorta nel 1840, fiore all'occhiello dell'industria del regno, per la produzione di locomotive, carrozze ferroviarie e binari, contava più di mille operai, ed era la più grande industria metalmeccanicad'Italia. Il cantiere navale di Castellammare di Stabia, il più grande del mediterraneo, e tra i più prestigiosi d'Europa, grazie alla maestranza secolare dei maestri d'ascia del luogo, costruito in vicinanza della presenza di materia prima dei boschi del MonteFaito, vi lavoravano circa 1800 operai.
L'industria tessile era un settore molto florido, e la produzione avveniva in varie regioni del regno, ma celebre in tutta Europa l'opificio di San Leucio, noto per la produzione di sete pregiate. Tra le numerose e fiorente cartiere del regno, spiccava quella diFibreno, nella valle del Liri, la più grande d'Italia che dava lavoro a 500 operai. Grazie alla presenza di fiumi, il Liri, il Rapido, ilFibreno, ricchi di acque purissime e fredde, caratteristiche che riducono la nascita dei microrganismi animali e vegetali adatte per la lavorazione della carta, qualità che favorirono la nascita di numerose cartiere lungo le loro sponde, le prime risalenti all'inizio del 500.
All'antica Repubblica di Amalfi, però si deve l'importazione e diffusione delle tecniche di lavorazione della carta nel Regno, grazie ai loro rapporti commerciali. Con l'unità d'Italia, si cominciava progressivamente alla chiusura e smantellamentodelle industrie del meridione, per essere montate al nord. Iniziava da allora per il meridione, l'esodo biblico dell'emigrazione.

fonte: Orgoglio Sud

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