sabato 18 febbraio 2012

Palazzo Donn’Anna il fantastico sovrano… la leggenda


“Perchè palazzo Donn’Anna non era soltanto un palazzo, era un mondo, talmente vasto che non si finiva mai di esplorarlo e di scoprire angoli nascosti, scale misteriose, e grotte oscure, pozze d’acque morte e perfino trabocchetti dove la regina Giovanna della leggenda faceva precipitare i marinai... Sembra fatto di sughero, lo stesso con cui si fanno i presepi. La pietra di tufo con cui è costruito, corrosa dal mare, dal vento e dal salmastro, le grotte, le nicchie, le finestre e i grandi archi della facciata aperti sul golfo danno l’aspetto a questa grande dimora seicentesca ora l’aspetto di romantica rovina, ora di cosa naturale scoglio, rupe o promontorio...”

Napoli come un teatro


Napoli è una città complicata, multiforme. Tutti ne conoscono i monumenti, le canzoni, la buona cucina ma pochi si chiedono perché è così. Certo, ogni metropoli ha la sua storia che la rende interpretabile con poche, lapidarie frasi: due o tre scariche di neuroni bastano a spiegare Las Vegas o Vienna, un po' di gossip e tanta filosofia possono regalare le dritte giuste per farsi un'idea di Berlino o San Pietroburgo.

domenica 12 febbraio 2012

I Greci di Sicilia

Siculi, Sicani, Elimi e Fenici popolavano da tempo l'isola e in essa si era sviluppata una civiltà molto avanzata, quando nel corso dell'VIII secolo a.C., cominciarono a insediarsi i primi coloni greci.

Gaetano Filangieri la vita, le opere, il pensiero

Gaetano Filangieri nacque a Cercola, in provincia di Napoli, il 18 agosto 1752 da nobile famiglia: il padre, Cesare, era il principe di Arianiello. Terzogenito, fu avviato alla carriera militare secondo la tradizione dell’aristocrazia, ma in seguito preferì dedicarsi agli studi. A soli 19 anni scrisse la sua prima opera Pubblica e privata educazione. Nel 1774 si laureò in giurisprudenza presso l’Università di Napoli ed esercitò per breve tempo l’avvocatura.

sabato 11 febbraio 2012

Il gesticolare dei Napoletani


Il gesticolare dei Napoletani

L’uso del linguaggio delle mani è una caratteristica di tutti i popoli mediterranei e certamente una delle immagini oleografiche più note all’estero degli italiani. Ma è all’ombra del Vesuvio che la comunicazione con i gesti assume le forme più eclatanti e bizzarre, fino a sfiorare l’arte!

La maschera di Pulcinella


La maschera di Pulcinella

Chi non conosce la famosa filastrocca su Pulcinella? Ricordo che da bambina mio padre mi insegnava questa spiritosa canzoncina: <<Pulcinella aveva un gallo, tutto il giorno vi andava a cavallo, con la briglia e con la sella. Viva il galletto di Pulcinella! Pulcinella aveva un gatto, tutto il giorno saltava da matto, suonando una campanella. Viva il gattino di Pulcinella!>>. 

ATTIVITA’ DI GIUSEPPE CAMMARANO NEI SITI REALI CASERTANI


L’artista Giuseppe Cammarano (Sciacca, 1766 – Napoli, 1850) è stato tra i maggiori esponenti della pittura napoletana dalla fine degli anni Novanta del Settecento alla prima metà del secolo successivo. Egli svolse la sua attività di frescante, ornatore e ritrattista per più di settanta anni; diversi furono i suoi maestri, e sin dall’inizio della sua carriera fu al servizio dei Borbone, senza trascurare altre importanti committenze come quelle dei francesi e del resto della nobiltà regnicola. La produzione pittorica partenopea di Cammarano è sterminata, ma molte sue opere si trovano anche in Terra di Lavoro. Difatti alcune sue esecuzioni sono presenti nei siti reali borbonici di Caserta, Carditello e San Leucio.

mercoledì 8 febbraio 2012

'O Munaciello & 'A Bella 'Mbriana


Senza dubbio 'O Munaciello e' il personaggio piu' nominato e piu' temuto dai napoletani. Questi rappresenta lo spiritello dispettoso e bizzarro che, con il suo imprevedibile comportamento, ne fa l'entita' piu' citata nelle leggende.

martedì 7 febbraio 2012

O’ raù

La leggenda del ragù

La leggenda legata al famoso ragù napoletano, decantato anche dal grande de Filippo in una sua poesia dal titolo appunto 'o rrau'

A Napoli alla fine del 1300 esisteva la Compagnia dei Bianchi di giustizia che percorreva la citta' a piedi invocando "misericordia e pace".